Cicloturismo in Corsica:
Da Bastia a Ile Rousse

Partenza itinerario: Bastia (Corsica)
Dislivello totale: 2343 m
Sviluppo totale: 145.70 km
Difficoltà: media, con alcune salite impegnative
Cartografia: Michelin, Corse 1:200.000
Accesso: Arrivo a Bastia da diversi porti
Bibliografia: Corsica della  Lonely Planet edita in Italiano dalla
Guide EDT. In francese la Guide du Tourisme  della Michelin.
  Il viaggio in bicicletta:
 
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  informazioni generali;
 1) Bastia - Moltifao;
 2) Moltifao - Ile Rousse;

La Corsica, una montagna sbalordita di essere un isola...

Nei tempi mitologici la dea Rhéa ebbe un figlio che chiamò Poseidone, egli regnò su tutti i mari e gli oceani. La leggenda narra che, emergendo dai flutti, s’avvicino all’estremo sud delle Alpi per sgretolarlo, col suo potente tridente, in una miriade di isole, isolotti e scogli. Passata la tempesta apparve sotto la luce del sole Kallisto, la più bella delle isole...questa ora è la Corsica. I primi abitanti di questa "montagna nel mare" lasciarono la loro misteriosa testimonianza attraverso pietre sacre, dolmen e menhir incisi, che ancora ai giorni nostri ci stupiscono emergendo tra la macchia mediterranea e le foreste di querce.
Li possiamo osservare nell’entroterra a Fontanaccia, Stertari e Palaggiu, nella regione di Sartene, lontano dalla costa. Forse per questi popoli il mare era qualcosa di terrificante e minaccioso, di sconosciuto e la vita era possibile solo al riparo delle montagne.
Da allora la Corsica è stata un crocevia di popoli e culture: Fenici, Greci, Cartaginesi, Romani, Pisani e Genovesi si sono susseguiti attratti dalla strategica posizione dell’isola e dai suoi porti naturali, dal VI sec. a.c. fino al 1700.
Furono proprio i Genovesi che dal XVI sec. circondarono la costa con un centinaio di torri d’avvistamento e costruirono le cittadelle fortificate. Terra difficile la Corsica a volte frustata da potenti uragani portatori di terribili naufragi ma anche di razziata dalle incessanti invasioni saracene che incendiarono e demolirono le cittadelle costiere, massacrarono e resero schiavi le loro popolazioni.
Un territorio ricco di insidie, come la peste nera che nel 1300 arrivò dal continente o la malaria, nata negli acquitrini costieri orientali e difusasi nel 1800. Questo spiega bene come mai i Corsi preferirono la montagna al mare, trovando rifugio e sicurezza tra i contrafforti di millenari massicci rocciosi, costruendo villaggi a "nido d’aquila" o sui fianchi dei pendii. e continuando l’antica attività pastorale con pecore e capre. Popolo della terra e alla terra strettamente legati tanto che fino al secolo scorso il capo famiglia interrava la placenta del neonato e dava in dote alla figlia le terre salate della costa mentre al figlio andavano le colline fertili. Il mare è decisamente poco celebrato nella cultura dei Corsi ma i tempi cambiano e proprio quel mediterraneo così temuto e refusato dalle antiche popolazioni oggi è richiamo per frotte di turisti e foriero di un’economia forte e redditizia. Saranno le splendide baie e le coste frastagliate, le calette solitarie e la macchia mediterranea, saranno i massicci granitici e le praterie alpine, le foreste di pino laricio e i boschi di castagno, tutto in Corsica contribuisce a farne un territorio da scoprire lentamente per assaporarne tutta la sua impareggiabile natura.

Informazioni per il viaggio

Periodo: i mesi migliori per visitare la Corsica sono maggio/giugno e settembre. In luglio e agosto fa troppo caldo e l’isola è satura di turisti. In ottobre il sole tramonta presto. Noi avendo le ferie in agosto abbiamo viaggiato in agosto e tuttavia siamo riusciti a vedere zone dove il turismo sembra quasi insistente.

Trasporti: il servizio di collegamento con il continente e la Sardegna è svolto tutto l’anno dai traghetti delle diverse compagnie.
Bastia è il porto che da solo assicura la metà del traffico totale, Ajaccio è utilizzato per traffico passeggeri e merci. Porto Vecchio è diventato il terzo porto per il commercio. Conviene acquistare il biglietto almeno due mesi prima per avere maggiore scelta nelle date di partenza e ritorno.

Noi abbiamo utilizzato i traghetti di Corsica Ferries con partenza da Savona (tel. 019.215511-fax 019.2155300) e arrivo a Bastia (3 h col traghetto veloce). Per il ritorno abbiamo scelto la stessa rotta (6 h col traghetto tradizionale ). Il costo del biglietto praticamente raddoppia se si utilizza il traghetto veloce .
Le biciclette pagano 3 euro l’una a viaggio.Tassa regionale 9,20 euro e tassa portuale 3,80 euro (per ciascuna tratta).

Per i costi aggiornati vedi il sito delle compagnie di navigazione.

Strutture ricettive: sulla costa non ci sono problemi a trovare alloggiamento mentre all’interno dipende da dove ci si trova, Alcune zone meno battute dai flussi turistici non offrono molte possibilità. Noi abbiamo viaggiato con tenda, sacco a pelo, fornelletto e una buona serie di viveri in modo da essere autosufficienti quando era necessario.

Il campeggio libero è vietato tuttavia se ci si muove con accortezza e con rispetto viene tollerato per una/due notti. Meglio comunque evitarlo nelle zone che offrono ampie scelte di camping che tra l’altro sono a buon mercato (dai 4,5 euro finoa 6,5 euro per camping a due stelle).

Costi: in generale la Corsica è abbastanza cara. Nei supermercati  le pesche si compravano a 3,90 euro/kg, i pomodori a 3,70/kg euro, le banane a 2,70/kg euro. I rinomati formaggi corsi girano intorno ai 20 euro al kg ed anche i gustosi insaccati non sono da meno. Una pizza margherita potete trovarla a 10 euro difficilmente a meno. I gelati è meglio evitarli, quelli confezionati partono da 2,5 euro in su. Al ristorante offrono menù a partire da 12/15 euro però il vino lo fanno pagare a parte ed è carissimo (un rosé da 75 cl a 18 euro a Bastia contro i 3/4 euro del supermarket). Una camera doppia in albergo due stelle a Bastia costa 70 euro, 60 la singola. Il noleggio si un auto di piccola cilindrata circa 75 euro a giornata. in genere benzina verde e gasolio sono leggermente più costosi che in Italia. Attenzione nei paesini dell’entroterra dove tirano a spennare i turisti ( una birra da 33 cl in bottiglia fino a 3 euro contro 1,70 euro di media). Costosi anche i traporti interni in particolare il trenino che collega Bastia con Corte e Ajaccio (20 km in sola andata per due persone con le bici circa 30 euro).

Geologia: dal punto di vista geologico la Corsica è un pezzo dell’antico continente (Tirrenide) livellato e poi ricoperto di sedimenti fino ala formazione del sistema alpino che l’ha fratturato e sollevato nell’era terziaria.
La Corsica cristallina è presente all’ovest con graniti, gneiss e porfiroidi. I rilievi comprendono le cime più elevate dell’isola. Gli antichi ghiacciai hanno qui lasciato la loro impronta sotto forma di rocce montonate, di circhi glaciali, di valli sospese dove abbondano i laghi alpini, le cascate i torrenti. Gli spartiacque s’abbassano gradatamente fino al mare terminando in promontori e capi tra i quali aprono i grandi golfi costieri. Le pianure sono strette e ubicate alla foce dei torrenti. Ad Est la Corsica scistosa presenta dei rilievi meno accidentati. I torrenti, i più lunghi dell’isola, carichi di materiale alluvionale e l’incessante azione delle correnti marine e del vento hanno, nel tempo, formato la pianura orientale lunga circa 90 km con numerose lagune costiere.

Clima: diversi fattori intervengono a determinare il clima dell’isola: altitudine, latitudine, il vento, il mare Le stagioni sono caratterizzate da un estate calda e secca (max 36° sulle coste e 26° a 1000 m) e inverni particolarmente dolci sulla costa (circa 18°) e con innevamento regolare dei colli (Vergio, Sorba, etc) e delle cime montuose.
La primavera è spettacolare per la fioritura della macchia mediterranea a maggio con temperature già calde. In autunno il clima è piacevole fino a circa 500 m di quota. Tutto il litorale dell’isola è soggetto in estate alla brezza di mare durante il giorno e a quella di terra durante la notte. A queste vanno aggiunti gli effetti dei venti dominanti (Tramontana, Grecale, Scirocco, Libeccio, Maestrale).

Vegetazione: circa 2000 specie delle quali 78 endemiche. Si possono individuare tre piani altitudinali caratteristici:
il piano mediterraneo inferiore è praticamente dominato dal "maquis", la macchia mediterranea. Questo termine corso sta a indicare quell’insieme di specie, estremamente denso e continuo che può svilupparsi anche a circa 6 m di altezza fino a 500 m di quota. A volte la macchia si spinge sotto le fustaie di pino marittimo, di quercia o nei castagneti abbandonati. In primavera il "maquis" esprime tutta la sua bellezza con la fioraitura delle diverse specie. In particolare quella dei cisti (Cistus salviflorus, Cistus de montpellier). Tra le specie tipiche di questa formazione vegetale troviamio: finocchio marittimo, calicotone marittimo, senecio cineraria, elicriso, smilax aspera ginestra corsa, Mirto, Erica arborea, ginepro fenicio,Corbezzolo, Lentisco, Leccio, etc.
Il piano montano
; tra i 500 e i 1500 metri di altitudine si trovano estese foreste e belle fustaie. Il castagno, molto diffuso tra i 500 e 800 m, fu dapprima piantato dall’uomo nel fondo dei valloni e levando spazio all’essenza tipica cioè la quercia. In certe zone, come in Casinca e in Castagniccia è abbastanza consueto imbattersi in esemplari con oltre due metri di diametro. Il pino marittimo arriva fino a 1000 metri di quota e rappresenta una formazione vegetale particolarmente colpita dagli incendi. Il pino laricio alligna sia sui versanti sud (fino a 700 m) che su quelli nord (spingendosi a volte sui 1800m). Forma estesi popolamenti nelle foreste di Vizzavona, Valdo-Niello, anche i associazione con altre conifere.
Il faggio è particolarmente diffuso lungo i versanti del Monte San Petrone e sul Plateau du Coscione dove forma un bellisimo bosco a fustaia con esemplari eccezionali.
Il piano alpino (dai 1500 metri) è caratterizzato dalla presenza, nei versanti a nord, dell’ontano odoroso dalle foglie profumate che lo distinguono dai parenti alpini. Non è raro incappare in qualche torbiera in quei siti che furono dei laghi glaciali; carici e giunchi qui danno vita a paesaggi incantevoli.
Le cime rocciose sono ambienti così difficili da colonizzare che solamente alcune specie, molto specializzate, sono state in grado si installarsi. E’ il caso della viola corsa, e dell’aquilegia di montagna

Fauna: ciò che più stupisce di questo territorio è il rapporto che i suoi abitanti hanno con gli animali. Semplicemente lasciano quelli domestici liberi di muoversi e, salvo qualche eccezione, vi capiterà di imbattervi nei porcastri corsi, sorta di incrocio tra un cinghiale e un maiale domestico. Sarà anche bello vedere cavalli allo stato brado e tori solitari nella macchia. In alcune zone i mufloni pascolano liberamente sulle praterie di montagna, in altre il gipeto, l'avvoltoio delle Alpi, sorvola le cime solitarie dell'Isola. Sicuramente tra le attrattive naturali l'avifauna ha un posto di rilievo grazie alla grande varietà di ambienti, tra i quali stagni e falesie rocciose luoghi privilegiati per uccelli di passo e stanziali.
Non dimenticatevi quindi un buon binocolo e una pratica guida per il loro riconoscimento.

Per un viaggio in biciletta: Il viaggio in bicicletta è uno dei modi migliori per conoscere una zona godendosi il panorama, visitando un borgo o una fattoria, attraversando un bosco, fermandosi in una caletta solitaria. La scelta del percorso e delle strade su cui pedalare vanno fatte in base al mezzo usato, al grado di allenamento, al tipo di bagaglio che ci si porta dietro.

La bici: a nostro parere il mezzo idoneo è la mountain bike (rigida o con forcella ammortizzata) poichè pemette di poter tranquillamente pedalare sulle strade asfaltate come su quelle sterrate affrontando anche sentieri e tratti sconnessi. Per questo viaggio abbiamo utilizzato due mtb Specialized Rockhopper rigide, con cambio Shimano misto Alivio/STX a 7 velocità, guarnitura tripla, gomme Specialized Ground Control da 26x1.95 con camere d’aria con valvola schrader, freni cantilever. Ogni bici era attrezzata con un borsello con camera d’aria di scorta e cacciagomme, pompa e due borracce (75cl e 50 cl). Non abbiamo utilizzato zaini idrici vista la buona abbondanza di acqua.
Una aveva il campanello, contachilometri e tabella porta road-book e bauletto anteriore. E’ importante utilizzare una sella già collaudata e non troppo dura...

Necessaire per riparazioni: portatevi tutto quello che serve per le riparazioni visto che i negozi di bici si trovano solo nelle grandi città. Chiavi fisse e brugole, cacciavite, pinze, tira raggi, raggi, smagliacatena e alcune maglie, fil di ferro, nastro adesivo, toppe e mastice, camere d’aria, cavi freni e cambio, pattini freni, un copertone. Pila e lucchetto.

Il bagaglio: sulle mtb sono stati montati portapacchi anteriori e posteriori in modo da sorreggere le borse da viaggio composte da due borse anteriori (Olmo e Ferrino) e sul posteriore borse laterali con borsa superiore (Ferrino - Becchis). Le borse devono essere robuste, impermeabili e con un sistema di aggancio efficiente.
Per quanto possibile il carico dovrà sporgere il meno possibile, essere portate molto basso sulla ruota anteriore e abbastanza avanzato su quella posteriore. Altri bagagli (tenda, materassini, sacchi a pelo, etc) dovranno essere contenuti in sacchi impermeabili (quelli della spazzatura sono ottimi ma poco estetici) e collocati sopra la borsa posteriore (al limite qualcosa di leggero sta anche davanti).

L’abbigliamento: dipende da cosa volete fare. Se si sta sulla costa ovviamente basta poco, ma se si ha intenzione di andare anche zone in montagna è necessario essere attrezzati di conseguenza.
Tutine da ciclista (almeno 2, meglio 3), calze da bici e da sport (almeno 3/4), canottiera traspiraqnte per bici (1), t-shirt (2), slip (3),costume, pantaloni da trekking con possibilità di staccare la parte inferiore e farne un pantaloncino corto (1), felpa (1), giubbino tipo cerata (1), giacca a vento (1), mantella o giacca per la pioggia (1), sandali (1 paio), pedule da trekking (1 paio), berretto, occhiali da ciclista, guanti da bici, casco, maschera da sub (impossibile farne a meno, visto i fondali che ci sono...).

Pronto soccorso e igiene: un set di pronto soccorso è consigliato sempre. Garze sterili, bende, cerotti in varie pezzature e in nastro, punti adesivi, disinfettante, pomata per le contusioni, per le dermatiti e per le punture d’insetto, aspirina, antinfiammatorio. Telo termico. Non male portarsi dietro un unguento per massaggi e i sali minerali, indispensabili per reintegrare durante la pedalata.
Nota: ricordarsi di munirsi del modulo E 111, attestato rilasciato gratuitamente dalla propria A.S.L. riguardante il diritto alle prestazioni sanitarie durante la dimora in uno stato della Comunità Europea.
Per l’igiene non dimenticate, spazzolino da denti, sapone Marsiglia e shampoo, forbici e tagliaunghie, crema solare, carta igienica, assorbenti. Asciugamano medio e piccolo, telo da spiaggia.

Per il campeggio: esistono diverse tende per il cicloturismo, in genere si tratta di soluzioni leggere intorno ai due kg che vanno bene fino a un certo punto. A fronte di un minor peso avrete anche una minore sicurezza in caso di maltempo. Se poi avete in mente di andare anche in montagna allora è meglio scegliere una tenda da trekking, con peso intorno ai 3/4 kg a doppio telo, con abside. Noi abbiano utilizzato il modello Sturdust della Ferrino a tre posti, adatto alle quattro stagioni, con peso di circa 3,5 kg (paleria e picchetti compresi). L’abbiamo collaudata sotto i forti temporali dell’estate 2002 e ha retto benissimo. L’abside anteriore permette di farsi da mangiare, quello posteriore di sistemare borse e dispensa. Il sacco a pelo può essere di quelli medio/leggeri con fodera in cotone e esterno i nylon. Consigliamo di portare anche un telo impermeabilizzante da sistemare sotto la tenda (ce ne sono a pochi euro e pesano poco) che serve anche per crearsi velocemente un riparo contro la pioggia o per avvolgerci le bici.
Per una buona dormita è necessario una stuoia isolante in gommapiuma pressata. Può essere gradevole comprarsi i materassini autogonfianti da trekking. Sono leggeri, poco ingombranti, si gonfiano da solie hanno un confort eccezionale (così come il prezzo, ahimè...). Un cuscino gonfiabile pesa e ingombra poco ed è molto utile, anche in spiaggia.

Per la cucina: potersi far da mangiare è conveniente per la possibilità di fermarsi anche in zone disabitate e selvagge e per motivi strettamente economici. Tuttavia questo significa dotarsi di tutto quello che serve:
fornelletto con almeno due ricariche, lanterna a gas (ma le candele vanno anche bene) set stoviglie (almeno due pentole e una padella), set posate, coltello multiuso, bicchieri in metallo (di quelli che si possono mettere sul fuoco), vassoio in plastica (leggero e utilissimo per preparare da mangiare), set per lavare i piatti (ma a volte basta la semplice spugnetta). Condimenti (olio, sale, pepe), spezie (peperoncino, curry, origano). Miele, the e tisane in bustine. Minestre liofilizzate in buste, qualche scatoletta di tonno e carne). Visto che c’eravamo ci siamo anche muniti di spaghetti e fusilli. Quando ci sarà l’occasione di far rifornimento allora sarà utile avere dei contenitori di plastica ermetici per riempirli con ortaggi (pomodori, cipolle, zucchine), frutta (pesche, banane, uva, melone), formaggio (il Camenbert costa poco ma regge poco il caldo e...puzza un po’), acciughe, olive, pane. A volte si possono comprare i surgelati e consumarli a breve (in campeggio facevo invidia a tutti quando facevo gli spaghetti ai frutti di mare...).